NOTE

1) I fondamentali concetti gnostici, il loro sincretismo rispetto a elementi di filosofia vedica, buddista e di platonismo, e la loro continuità rispetto alla dottrina degli Esseni, sono esposti meglio che altrove nel discorso di Lazzaro a Masada, come lo riporta Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica" , VII, 8, 343.

2) E. Pagels, I Vangeli Gnostici, Mondadori, Milano 1987.

3) C. Mannucci, L'Odio Antico, Mondadori, Milano 1993; pagg. 147-206.

4) R.Eisenman, M. Wise, The Dead Sea Scrolls Uncovered, Elements books Ltd., Shaftesbury 1992.

5) Le Apocalissi Gnostiche, a cura di L. Moraldi, Adelphi, Milano 1987; pag. 152-153.

6) Corinzi I, 2, 6. Vedasi anche E. Pagels, op. cit. pag. 58.

7) Apocalissi di Pietro, in Le Apocalissi Gnostiche, op. cit. pag 105 e 55. e Pag. 114 e 55.

8) Vedasi nota 39 a pag 65 dell'opera di Mannucci citata; vedasi anche l'Introduzione, a cura di Paolo Sacchi, di Apocrifi dell'Antico Testamento, TEA, Milano 1990.

9) R. Eisenman, M. Wise, op. cit. (4) pag.3

10) Sulla non credenza nell'immortalità dell'anima così sembra affermare di sfuggita Giuseppe Flavio, op. cit. II, 8, 165. Vedasi anche nota (8). Tuttavia Paolo negli Atti parla di non credenza nella resurrezione dei morti, il che è una cosa ben diversa.

11) R. Eisenman, M. Wise, op. cit. pag. 1-16.

12) La notizia che Giacomo si ritira nel deserto dopo la morte di Agrippa I proviene dalla conclusione del Vangelo della Natività di Maria (o Protovangelo di Giacomo) , vedi in Apocrifi del Nuovo Testamento, a cura di Luigi Moraldi, TEA, Milano, 1990 pag 87.  Il Vangelo in questione è fantasioso come molti altri del suo genere (verte sul parto virginale di Maria), ma la conclusione, che si richiama all'autorità di Giacomo, potrebbe riportare una informazione data per scontata; coinciderebbe del resto con la tesi di Eisenman e Wise. A questo proposito vedi ibi. nota (13) e (17).

13) La data del 61 d.C. corrisponde al cambio delle consegne  tra  procuratori romani, (che pare si chiamassero in realta’  prefetti) Antonio Felice e Porcio Festo, quando Paolo viene deportato a Roma. La data dell’arresto di Paolo corrisponderebbe invece  a un periodo immediatamente successivo alla rivolta dei sicari guidati dal profeta egiziano di cui parlano gli Atti (21, 38)  e Giuseppe Flavio (La Guerra Giudaica  II, 13, 261) che riferisce che i rivoltosi si erano radunati nel deserto. Non si puo’ non pensare che l’arresto di Paolo possa essere correlato al grave episodio della rivolta dei sicari: perche’ mai i Romani avrebbero dovuto mantenerlo in prigionia se non quantomeno per un sospetto di connivenza o vicinanza politica ai sicari?  AA meno che la deportazione a Roma non nasconda azioni ancora piu’ turpi, quali per esempio che Paolo potrebbe avere ‘collaborato’ con I suoi antichi padroni in cambio della vita e di una nuova identita’, oltreche’ dell’espatrio. Ma queste sono illazioni.

14) Giuseppe Flavio, La Guerra Giudaica, III, 8, 340 e ss.

15) C. Mannucci, op. cit. (3), pagg. 19-97, con relativa bibliografia, nonche’ la postfazione con relativa discussione sulle opere di Brandon. Questo e’ quanto piu’ sinteticamente e’ disponibile sull’argomento. Tuttavia Mannucci non fa’ menzione di chi ha perlomeno il merito storico di avere denunciato le falsificazioni che si evincevano dagli scritti della letteratura cosidetta patristica e dalla scarsa letteratura cosidetta apocrifa allora disponibile :Voltaire.  Vedasi  capoverso XXXII dell’Introduzione e il cap. XIV de “Saggio sui Costumi e lo Spirito dell Nazioni. Ancora di Voltaire vedasi alle voci Cristianesimo, Concili, Messia, Paolo, Pietro, Resurrezione, nel”Dizionario Filosofico”.  Quanto piu’ acuta e’ da ritenersi la critica di Vvoltaire se si tiene conto che viene fatta duecento anni prima dei ritrovamenti di Qumran e Nag Hammadi.

16)  La Bibbia Concordata. Mondadori, Ravenna 1968; pag. 1994 :”…tra i due apostoli non esiste alcuna opposizione reale sui rapporti tra fede, opere e giustificazione, perche’ visti e trattati da ambedue sotto un diverso punto di vista.”

17) Giuseppe Flavio a dire il vero menziona qualcosa di identificabile con la comunita’ dei seguaci di Gesu guidata da Giacomo il Giusto. In ‘La Guerra Giudaica’ (II, 13, 258) riferisce: “…..si formo’ allora un’altra banda di delinquenti :le loro mani erano meno lorde di sangue ma le loro intenzioni non erano meno empie, si’ che il danno da essi inferto al benessere della citta’ non resto’ inferiore a quello arrecato dai sicari. Individui falsi e bugiardi, fingendo di essere inspirati da Dio e macchinando disordini e rivoluzioni, spingevano il popolo al fanatismo religioso, e lo conducevano nel deserto promettendo che ivi Dio avrebbe mostrato loro segni premonitori della liberazione”.  Risulterebbe quindi che Giuseppe Flavio non menziona una entita’ inesistente al suo tempo e frutto di una pseudo ricostruzione posteriore, e menziona invece la realta’ esistente, anche se con una visione che dipende chiaramente dalle sue scelte personali filo romane.

18) Bertrand Russel, Storia della Filosofia Occidentale. TEA, Milano 1991; pag 244. Vedi anche Aulo Gellio, Notti Attiche, VII, 2.

19) C. Mannucci, op. cit. (3),pagg. 5-18, con relativa bibliografia e discussione sulla letteratura esistente

20) Lorenzo Valla, De Falso Credita et Ementita Constantini Donatione Declamatio, 1440. Versione italiana a cura di Gabriele Pepe, ed. Ponte alle Grazie, Firenze, 1992.

21) Lenin, Un Passo Avanti e Due Indietro, 1904. Ed. Ital. Editori Riuniti, Roma, 1970, pag 121.

22) Lenin, ibidem pagg. 48-51, pagg. 54-55.

23) Lenin, ibidem pag. 108, vedi anche, per la scelta dei candidati, pagg. 112-116.

24) Malgrado una falsa tradizione cattolica per la quale il Cardinale Ballarmino avrebbe suggerito di non condannare in Copernicanesimo ma di considerarlo una mera ipotesi, nella realta’ egli fu il responsabile de Sant’Uffizio che decise di dichiarare “falso ed erroneo” l’insegnamento Copernicano, e che fece mettere all’indice le sue opere. Questo nel decreto del 5 Marzo 1616. Tuttavia pochi giorni prima, il 26 di Febbraio 1616, per un atto di rispetto personale, il Cardinale Ballarmino  dette udienza a Galileo, avvisandolo del decreto imminente, e della necessita’ quindi che Galileo non sostenesse ne’ difendesse la dottrina Copernicana, malgrado che potesse discuterla come una mera supposizione matematica.  Il Cardinale era infatti convinto che le supposizioni matematiche  non avessero niente a che vedere con la realta’ fisica.
Quando ci fu’ il processo a Galileo, nel 1633, i Gesuiti produssero un falso documento di Ballarmino (il Cardinale era morto nel 1621)  nel quale Galileo veniva interdetto dal discutere o insegnare il Copernicanesimo in qualunque modo. Questo falso documento, riconosciuto tale fin dal 1877 quando fu reso disponibile al pubblico, costitui’ la principale e determinante prova a carico che convinse il Sant’Uffizio a condannare Galileo.

25) P. Baima Bollone, Cesare Lombroso ovvero il Principio dell’Irresponsabilita’, SEI, Torino 1992; pagg. 13-14, pagg. 83-84, pag.188, pag. 216.

26) E. Pagels, op. cit. (2) pag. 190 e ss.

27) J.G. Frazer, The Golden Bough, abridged, 1922; trad. Ital.  “Il Ramo d’Oro”  Newton Compton, Roma 1992; cap. LXII pagg. 675-707.  L’ultimo giornio di Ottobre sopravvive come ricorrenza nel mondo anglosassone ed e’ noto come Halloween (Hallow = to make saint = santificare, spiritualizzare  Even = equal = ugualmente, a parita’,  quindi giorno di tutti gli spiriti,  tutti ugualmente santificati). A Gregorio III e a Gregorio IV (ottavo e nono secolo d.C.) va attribuito il merito di avere cercato di occultare le origini Celtiche  delle celebrazioni della notte del 31 Ottobre e dei giorni 1 e 2 di Novembre.  E a proposito del filo rosso conduttore da Paolo a Lenin, anche sul primo di maggio (Kalendimaggio) ci sarebbe da ridire.

28) Il Diavolo fa’ le pentole ma non I coperchi: nel calendario inglese la Domenica si chiama Sunday, cioe’ giorno del Sole, e il giorno precedente Saturday cioe’ giorno di Saturno. Mentre per gli altri cinque giorni della settimana I nomi in inglese e latino sono identici (giorno della Luna, giorno di Marte, giorno di Mercurio, giorno di Giove, giorno di Venere) l’italocristiano ha ritenuto non solo di modificare il settimo giorno, ma anche di cambiare il settimo ebraico in sesto (Sabato viene da Sabboth, cioe settimo, o sette, come peraltro nell’arabo saba) per differenziarsi dalla tradizione ebraica e presumesi protocristiana. L’Islam ha continuato nella stessa direzioni dedicando a Dio il Venerdi, cosi’ che il Sabato e’ il primo giorno della settimana, la Domenica il secondo, e cosi’ via fino al settimo, appunto il venerdi’.