Campli, Panorama; veduta da sud-est.
INTRODUZIONE

Il Re di una terra lontana, dotato di molto intelletto, sognò un paese i cui abitanti erano di intelligenza superiore.
Decise allora di verificarne l'esistenza, inviandovi tre suoi sudditi: un arrotino, un mietitore ed uno spazzacamino. I tre si posero in viaggio e giunti che furono fecero delle sorprendenti scoperte. La prima di queste fu il modo "geniale" per tramandare ai nipoti ed ai pronipoti le storie dei loro antenati. Quella gente non poteva perdere tempo per imparare a scrivere allora incideva segni e figure sulla creta ancora fresca delle lapidi cimiteriali che raccontavano la storia di ciascun defunto e che solo essa sapeva interpretare.
Ben presto, però, anche i tre stranieri, studiando attentamente quei segni mentre erano in attesa di essere ricevuti dal Sindaco, ne compresero il significato. Appresero, così, che gli abitanti di quel felice paese erano capaci di risolvere con "acume" tutti i loro problemi e fu anche facile carpirne le abitudini.
Il Sindaco li riuniva, per ogni piccola decisione, in una sala posta al primo piano della "Casa del Consiglio", una casa priva di scalinata ma dal rimedio "intelligente": era stata dotata di fune, carrucola ed asse di legno all'estremità, quale comodo sedile; sicché, quelli che dovevano salire al piano superiore vi venivano issati a forza di braccia.
E così fu per i tre ospiti.

Avvenne che l'Arrotino, incaricato di prendere la parola al cospetto del Sindaco," perse il filo del discorso" per una rovinosa caduta nel sottostante terreno. Il Sindaco diede allora l'ordine ai contadini, di scavare una buca per ritrovare le "parole perdute". Non avendole ritrovate, venne deciso di utilizzare lo scavo per farne una fontana (pozzo). Fu necessario misurarne la profondità: misero una sbarra di ferro all'estremità ed un contadino vi si aggrappò con le mani ponendosi penzoloni verso l'interno; un altro scese più sotto aggrappandosi ai piedi del primo e così, uno alla volta, molti altri fino a quando il primo non sentì scottargli le palme delle mani. Allora gridò ai sottostanti di tenersi forte poiché avrebbe dovuto sputarvi sopra; alla parola seguì l'azione e tutti caddero in fondo al pozzo.
Sopravvenne la necessità di eliminare la terra dello scavo. Un contadino propose di scavare un altra buca per buttarvela; gli venne fatto osservare che sarebbe sorta, allora, la necessità di trovare un posto per la terra della nuova buca. "Siete proprio degli sciocchi - rispose - basta farla più grande e ci starà tutta".
Questi episodi convinsero i tre stranieri di aver trovato realmente quel popolo, tanto intelligente, sognato dal loro Re. Ripresero, quindi, la strada del ritorno per riferire la sconvolgente scoperta. Riferito che ebbero, promisero che sarebbero ritornati per portare alla luce tutte le storie di quel popolo felice che viveva "oltre i confini dell'Utopia".

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