19/10/81

Poi avresti detto di si,
avresti urlato che eri li,
dove segnava la tua mano.
Poi avresti urlato di si.

Magari ora dirai ti odio,
certo potevi farlo prima,
ti addoscisci come il miele
per poter uccidere meglio.

Malata di morte e malinconia,
beffarda creatura della notte,
io ero li che urlavo,
ma tu dov'eri?

Dov'eri quando ho pianto,
dov'eri quando ero solo,
dov'eri quando morivo,
dov'eri quando ti chiamavo.

Bene insieme non siamo mai stati,
forse ti piaceva giocare,
o farlo come due fratelli,
ma ricordo che la tua spada faceva male.

Quel film non era poi così brutto,
e continuavo a guardare i tuoi occhi,
ma la bava che scendeva dalla tua bocca,
non mi piaceva affatto.

Malata di noia e di niante,
viziata creatura d'occidente,
io ho urlato di dolore,
ma tu dov'eri?

Dov'eri quando ho lottato,
dov'eri quando ero triste,
dov'eri quando costruivo castelli in aria,
dov'eri quando urlavo...

Urlavo che non c'eri,
urlavo che vedevo un sole,
urlavo che non c'entra il mondo,
ma forse l'aria, chissà, i pianeti.
Urlavo che non era Dio,
che non era più tempo di morire,
o di assurde e strane rivoluzioni
ma di cacare e così sia.

Volontà di farla finita,
volontà di cambiare momente.
 
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